45 anni 1977 – 2022 per e con i ragazzi

Queste righe, tratte da “Spazio…? …presente” – storia del nostro oratorio – sono come un punto di arrivo, ma anche di partenza, ma anche un momento di ermeneutica. “Fare il punto”, appunto, su un cammino lungo, accidentato, erto. A volte anche di avventura, sperimentale.
Ma sempre intriso di amore alla vita e di amore e di disponibilità per chi la vita deve scoprirla, sceglierla, amarla, viverla e darle un senso, una direzione. In questo oceano 45 anni non sono niente.
Bisogna, allora, preoccuparsi che un progetto così ampio non si esaurisca in una vita, in una generazione, ma si innesti in altre esistenze di cambio e di continuità.
Una continuità può essere assicurata da una comunità, da una famiglia che prevede e provvede il cambio come connotazione costitutiva.
La continuità di una realtà umana, infatti, può essere assicurata da un ricambio sapientemente previsto perché assicura il perpetuarsi, negli altri e nel tempo, di tale realtà.
Quarantacinque anni, allora, possono essere, sono un punto nel cosmo eterno del Signore della vita, stelle accese in cielo.
Ma prendiamo atto, semplicemente, di esserci in quel punto. Che la nostra vita non l’abbiamo abbandonata alla casualità!

Dopo il contenitore (l’oratorio)
il contenuto (il progetto)

Spazio non è una semplice struttura muraria – nemmeno adatta ai tempi e ai ritmi dei suoi progetti, in questo momento – non è solo un cumulo di iniziative, un semplice progetto, ma la vita, la vita intrecciata di persone che danno la propria vita, come singoli e come comunità educante (Fraternità) e Associazione educatori, per il mondo ragazzi-giovani. Loro, gli Educatori, sono la risorsa più preziosa.
Spazio è un Centro radicato nel territorio. Quindi è un Centro in cui si possono, si devono, raccogliere i nodi, le sfide, i problemi e i tentativi di soluzione che qualsiasi tipo di oratorio deve prima o poi necessariamente affrontare oggi, se non vuole ridursi a isola domani…

Estrapoliamo, quindi, dai diari riflessioni e documenti … storie per conoscere e capire il presente e proiettarsi con speranza verso il futuro.

SPAZIO DOVE SEI?
Incominciamo a raccontare una storia lunga 45 anni: Spazio in città e… fuori, a cerchi concentrici, come le onde dell’acqua di uno stagno…turbato da un sasso, gettato lì dalla innocente allegria di un bimbo.

Genesi e significato di un nome
Spazio nasce per i ragazzi del dopo-cresima, i ragazzi di cui pochi si occupano perché costa troppa fatica. Nasce dalla domanda fondamentale di aggregazione un po’ diversa dal solito, ma anche come continuità naturale degli incontri scolastici nell’ora di religione.
Spazio nasce come gruppo unico, 17 ragazzi e ragazze di diverse fasce di età, il 14 novembre 1977. Ma avrà il battesimo ufficiale, con la benedizione del Vescovo Angelo Rizzo.

Da Gruppo a Centro Giovanile
Ero poco o per nulla esperiente, agli inizi, di dinamica di gruppo – racconta don Salvatore Mercorillo – avevo idee molto confuse sulla realtà pastorale giovanile in genere e della diocesi in particolare. Sentivo che mi mancavano le coordinate per pensare a un progetto di pastorale giovanile vero e proprio e alla realtà di un centro giovanile. Mi sono fatto illuminare dal Centro Nazionale Salesiano di Pastorale Giovanile partecipando, assieme ai miei primi collaboratori, a diversi convegni di studio e aggiornamento spostandomi tra Messina, Castellammare di Stabia, Roma, Brescia. Ma nello stesso tempo aggiornandomi con sussidi che mi sembravano, all’inizio, storie di realtà extraterrestri. Le prime conseguenze logiche di questa “illuminazione”: progetto di un programma educativo, itinerari, metodi di intervento, formulazione di obiettivi a scadenza intermedia e finale. Incominciavamo a sognare un Centro tutto per i ragazzi. Ma mentre il “gruppo” cresceva, aumentavano gli sfratti: dalla Parrocchia “S. Giuseppe Artigiano” al Brefotrofio; ad un piccolo locale nella Parrocchia della “S. Famiglia”, poi presso la Parrocchia “S. Paolo”, fino al salottino di casa mia. Finalmente il Centro Sociale “S. Cuore” (Gesuiti) ci apre le porte con un capace locale, il Comune di Ragusa con la ex scuola elementare di Donnafugata.

Il sogno del “Centro” diviene realtà. Centro Giovanile significa una realtà pastorale complessa e significativa, sia nell’organizzazione interna che nel suo rapporto all’esterno.

Un Obiettivo
L’obiettivo finale che Spazio si prefigge di far raggiungere ai ragazzi è quello di capire, amare e vivere la vita con un senso. A questo obiettivo si arriva, naturalmente attraverso tappe intermedie molteplici, multiformi e flessibili.

PICCOLA GRANDE STORIA DI SPAZIO

1977

11 novembre – venerdì
Una proposta “nuova”
Dal diario di don Salvatore Mercorillo. “Da poco residente in Ragusa e cooperatore parrocchiale nella Parrocchia San Giuseppe Artigiano, comincio a creare a scuola, tra i miei alunni, clima di adesione a una proposta un po’ nuova per l’ambiente: stare insieme anche fuori dalle aule e dall’orario scolastico per fare più amicizia e per parlare dei nostri problemi? Magari anche per fare gruppo?”.

14 novembre
Un seme per la futura comunità
1° incontro

Scrive il don sul suo diario: “Mi incontro con 17 ragazzi del dopo-cresima della Parrocchia San Giuseppe Artigiano. Invitati da Padre Rollo, né i ragazzi, né i genitori possono afferrare il significato di una tale “convocazione”. E nemmeno io mi rendo conto che si sta gettando un seme per la futura comunità”.

9 dicembre – venerdì
Oggi è nato
ufficialmente il gruppo

Dal diario del don: “ore 16: 1° incontro interparrocchiale di preadolescenti nel salone dei Padri Cappuccini della Parrocchia Sacra Famiglia. Presenti in 19. Si è fatta insieme la scelta dei giorni e degli orari per gli incontri settimanali. Oggi è nato ufficialmente il gruppo che ancora non ha nessuna denominazione.

1978. Donnafugata (contrada Inferno). Spazio sceglie il suo nome

1978

26 marzo
SPAZIO è il nome!

Un nome che sia anche programma.
Dal diario di don Salvatore: “Ultimo ritiro di questo anno sociale a Donnafugata in contrada “Inferno”. Giornata importantissima sia per la numerosa partecipazione, sia per l’argomento (l’amicizia), sia perché si è effettuata la scelta, a votazione, del nome da dare al gruppo.
In lizza c’erano questi nomi: Nuova Alleanza, Carovana, Oasi, Spazio; Spazio è risultato vincente dal ballottaggio con Carovana”.

10 dicembre
Regolamento interno
e Documento base

Scrive don Salvatore: “Spazio celebra il 1° anniversario: non è mancata la torta e nemmeno la prima candelina.
I ragazzi ora sono circa 50. E’ nato un piccolo regolamento interno, risultato di esperienze di gruppo, mie, di altri amici e dei ragazzi stessi di Spazio.
Viene naturale chiedersi: come si vuole stare insieme? E chi può far parte del gruppo? E che cosa è il gruppo? Che mete vuole raggiungere e come le vuole raggiungere? Quale lo spazio dei genitori? Quale lo stile di vita di un “socio” nella vita e nella Chiesa? Chi è l’animatore? Legittime domande e doverose risposte. Proprio per non essere anonimi e qualunquisti. Se si fa una proposta che sia precisa anche se perfettibile con il contributo di tutti. Non una imposizione, ma solo una proposta.
E nasce pure, sia pure con serena lentezza e meditazione, il Documento base che è come la costituzione che completa il piccolo regolamento.
Nasce una rubrica: un elenco di tutti di Spazio con i dati da ricordare reciprocamente: recapito, telefono, compleanno, onomastico. Vuole essere un modo anche questo per cementare la nascente comunità”.

SEDE

1979
Manca una sede unica

Scrive don Salvatore: “…Complessivamente le presenze al termine dell’anno scolastico, tra i pendolari e i più assidui, si aggirano sulle 92… I diversi gruppi si riuniscono in diverse sedi: a casa mia, a casa di uno dei giovani, nel salone della Parrocchia S. Famiglia, al Brefotrofio…
Fin dall’inizio di quest’anno ci eravamo prefissi di trovare una sede unica per il gruppo. Non sapevamo dove, quando e come, ma sentivamo il bisogno di un punto di riferimento, un punto tutto nostro… Abbiamo cercato anche al Vescovo un appoggio… Non potevamo permetterci un affitto alto… Si affaccia l’idea dei vagoni ferroviari. I vagoni sarebbe facile averli, ma ci vogliono almeno 1000 metri quadrati di terreno. Allora alla caccia di terreno. Un problema ancora più complicato. I terreni si vendono. Il problema è sempre uno, in questi casi, i soldi che mancano.
Intanto si aggiunge il disagio del gruppo che si riunisce al Brefotrofio, che viene messo alla porta. Ma la Provvidenza è grande!
L’ 8 maggio, il parroco della San Paolo mi consegna le chiavi della sede in via Carducci… e dal 25 maggio abbiamo una sede in via Xiumè ospiti della Comunità ex Fuci che ha in affitto un piano intero, troppo grande per loro e ci danno un saloncino tutto per noi e i servizi in comune… Tuttavia il problema sede ha per il momento una risoluzione precaria e provvisoria…”.

1982

15 novembre
Spazio ha una nuova sede

Ebbene! La sede in Via Carducci è diventata troppo stretta per contenere tutti i componenti dei gruppi. E poi, pare che si debba andar via, perché alla Parrocchia servono i locali (anzi il saloncino) occupato da Spazio. Sembra giunta l’ora dell’addio: non si sa proprio dove andare.
Ma don Salvatore non dispera e grazie all’aiuto del Vescovo Angelo Rizzo, che non ha mai abbandonato Spazio, in questi anni di cammino, il “gruppo” viene ospitato dai PP. Gesuiti: prima in un salone al primo piano, poi per motivi logistici nell’attuale sede.
Queste le parole con le quali il “don” ha aperto la serata inaugurale: «è la prima volta che Spazio, come Comunità, ha voluto celebrare festosamente questo trasloco perché riteniamo maturo il tempo di gridare ai quattro venti quanto è buono il Signore per quanto ha fatto per noi in questi cinque anni.
Riteniamo giusto fare pienamente nostro il messaggio che il Vescovo ci inviò con una sua lettera cinque anni fa: «Lanciate ad altri ragazzi, a tutti i ragazzi del mondo il vostro invito a conquistare lo spazio».
Il cambiamento di sede ha per noi un significato molto particolare: Spazio entrando ad operare in un Centro Sociale, assume un volto cittadino, riconosciuto anche a livello regionale.
Spazio in questo cambio non perde, anzi gli viene convalidata e riconosciuta, la sua fisionomia di comunità educante per i ragazzi e i giovani.
Dal Centro potremo spiccare il volo verso il mondo-ragazzi di tutta la città».
Erano presenti all’inaugurazione della nuova sede: il Vescovo Angelo Rizzo, il direttore del Centro Sociale Padre Mamola e tanti amici.

1983

23 settembre
Una sede a Donnafugata

Spazio ha ora un posto al riparo e tutto suo per le esperienze di ritiro. Oggi infatti vengono consegnate a don Salvatore le chiavi dell’ex Scuola rurale di Donnafugata.
Dopo aver insistito un po’, finalmente Spazio ha ottenuto, in comodato gratuito, dal Comune di Ragusa i locali della scuola rurale, che presto diventerà un luogo molto accogliente: un piccolo parco. In seguito, diversi gruppi della diocesi e anche gruppi provenienti da province limitrofe saranno ospiti per esperienze di ritiro.

1984

Febbraio
In sede ora c’è la “Tenda del convegno”: come per il popolo ebraico è per noi simbolo della presenza di Dio tra noi. Sarà luogo di incontro con Dio e di esperienze di preghiera.
È stato montato il palco per le feste e per le rappresentazioni teatrali. E i responsabili decidono di tenere chiusa la sede tutti i martedì per personale aggiornamento formativo.
Spazio ha ormai, quasi del tutto, acquistato l’immagine a cui si è soliti. La sede è venuta su come una creatura di tutti e di ognuno e su misura dei ragazzi. Spazio non è più un gruppo ma un Movimento, un Centro, poiché trattasi di ben 10 gruppi formativi e di oltre 150 componenti.

SEGNI E SIMBOLI

1980

Fazzolettone
Altra novità di questo anno, il fazzolettone.
Dopo il 3° anno di partecipazione alla vita e all’attività dell’oratorio viene consegnato, durante una cerimonia speciale, un bel fazzolettone identificabile anche per il colore e il formato per esprimere un’appartenenza viva e assidua indicata dallo stesso fazzolettone al collo, da esibire in circostanze celebrative o di attività particolari e speciali. Già in se stesso, esibire il fazzolettone esprime appartenenza. Ma non da solisti, da partecipanti a una comunità unita; infatti le due cocche del fazzolettone stesso, esprimono braccia e mani che si legano e si collegano agli altri. Il “gruppo”, infatti, non è assembramento casuale e provvisorio, ma un “assieme” uniti verso una meta, seguendo un cammino di formazione e di valori di grande significato umano e di fede e di simpatia gioiosa e varia.
Da non dimenticare il significato del nodo del fazzolettone che esprime unità e amore come, appunto, dev’essere un oratorio, un gruppo. E l’Amore, vero, è il Signore Gesù!
Intanto il numero dei ragazzi è notevolmente cresciuto. E comincia il terzo anno di cammino, denominato “anno delle novità”.
Come le dodici tribù di Israele, si sono messi in cammino verso la “Terra Promessa” e ogni sottogruppo ha scelto ed adottato il nome di una tribù biblica.
Novità di quest’anno, ancora, il “Gruppo Giovani”, formato da ragazzi e giovani che per età e motivi di lavoro non possono essere presenti agli incontri pomeridiani, e il “Gruppo Neofiti” (nuovi arrivati). Per essi è un anno di transizione, per creare quella coesione ed affiatamento indispensabili per “fare gruppo”.

Alessandro Cuppari e Rosalba Lombardo

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