6. Educare, ma senza ossessione

  

1. Senza l’ossessione del controllo

  • Se un genitore è ossessionato di sapere dove si trova suo figlio e controllare tutti i suoi movimenti, cercherà solo di dominare il suo spazio.
  • In questo modo non lo educherà, non lo rafforzerà, non lo preparerà ad affrontare le sfide della vita.
  • Sì all’educazione sessuale. Ma prima dovremmo chiederci, e darci e avere risposte, se le nostre istituzioni educative hanno assunto questa sfida. È difficile pensare l’educazione sessuale in un’epoca in cui si tende a banalizzare e impoverire la sessualità.
  • Si potrebbe intendere solo nel quadro di una educazione all’amore, alla reciproca donazione.

 

2. In un percorso di collaborazione

  • Tra il governo, forze politiche, con le organizzazioni ecclesiali impegnate nella formazione umano-spirituale dinamico-progressiva-preventiva;
  • Con le strutture e organizzazioni di recupero dalle dipendenze patologiche in atto da:
    • droghe
    • gioco d’azzardo
    • tabagismo
    • dipendenza comportamentale
    • dipendenza virtuale informatica

3.La mancanza di una delega politica è segno di distrazione da parte del governo”. Ma è segno di distrazione se la famiglia e la chiesa locale non investono senza riserve sull’educazione dei ragazzi. A cominciare dal garantire loro un’alta qualità di vita esemplare che ha forte incidenza per tutta la vita (n. 20).

  • Tra la scuola e la famiglia: alleanza fortissima per educare i figli all’amore.

“L’impulso sessuale può essere coltivato in un percorso di conoscenza di sé e nello sviluppo di una capacità di dominio di sé, che possano aiutare a far emergere capacità preziose e di incontro amoroso” (n. 280).

Quindi:

  • la sfida dell’uso e del consumo;
  • l’essere umano, “fine” e non “mezzo” (Tommaso e Kant);
  • amore e donazione: un comunicare che è comunicarsi;
  • il dominio di sé per potersi donare;
  • la sfida dell’educazione al matrimonio.

 

Ogni uomo è un educatore in ogni suo ruolo: marito, padre, madre, manager.

Il principio scatenante di ogni guerra è: mors tua vita mea…

in tutti i settori:

  • sport,
  • politica,
  • relazioni sociali,
  • in ufficio,
  • in famiglia,
  • in assemblea di condominio,
  • allo stadio.

 

Manca l’etica[1] o il buon senso!

 

  • Chi la/li detiene?
    Spesso il dogmatismo.
  • Chi li dovrebbe insegnare?
    La religione? No: non è l’unico fondamento dell’etica.

 

La vera strada sono i valori, da conoscere e vivere

                     per farli diventare etica.

 

Il male è l’ignoranza!

Dio ha detto tutto: valori, sapere, per essere, per valere e capace di dono buono, vivo e attivo… per tutti dappertutto.

Sac. Salvatore Mercorillo

 

[1] Voce di origine indoeuropea, forse collegata al sanscrito svadha: fare-porre.

Cicerone tradusse il termine in moralis = costumi; per la filosofia = regole del corretto agire.

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