Il buon seme e la zizzania

Quante volte nella nostra vita o nella esperienza dei nostri amici o parenti, specialmente in zone di campagna, abbiamo ascoltato lamentele come questa: “Non capisco, ho pulito il selciato davanti la porta appena tre giorni fa. Ho estirpato tutta l’erbaccia, ma è bastata una pioggia ed eccola, già spuntata più verde di prima. Non riesco a estirparla una volta per tutte”. “Assomiglia – aggiunge la comare vicina – ai nostri figli. Si cerca di educarli al meglio possibile e poi loro ne combinano di tutti i colori e ne inventano una al giorno. Non c’è verso di cambiarli. Il male è mescolato al bene. Non si sa, alle volte, che cosa si può fare”.

Proprio così: ci sono cose nella vita che non si sa da dove spuntano. Anche al tempo di Gesù era così.

Gesù, infatti, parla delle erbacce che crescono in mezzo al grano (Mt 13,24-30). Nessuno sa da dove vengano. C’è sempre qualcosa che rovina la festa. Eh! “Sì”.

Il male si mescola con il bene, e non si sa come e da dove venga. È impossibile separarli. Che fare? Lasciare le cose come stanno o aspettare per vedere come va a finire?

 

Due ali per volare

  1. Guardiamo da vicino “questi” fatti della vita per scoprire il “valore” nascosto
  • La gramigna, se la conosci, per natura, cresce là dove meno te l’aspetti; ma chi è giudice così esperto e capace di separare i buoni dai cattivi? E chi è sincero sa che dentro ognuno di noi il bene è mescolato con la cattiveria.

Per guardare il problema più da vicino, riflettiamo e facciamoci o facciamo domande.

  • Potresti dare altri esempi della tua vita in cui il bene e il male si mescolano? Anche se tu non ne abbia colpa?
  • Ti è successo qualche volta di separare il bene e il male in te stesso e/o negli altri? Anzi, forse il tentativo ha peggiorato la situazione?
  • C’è chi dice che è inutile tentare di cambiare o far cambiare, per non esaurirsi nella lotta contro il male. Anche per non stancarsi inutilmente. Tanto non cambia niente!
  • Ma, poi, come fai a distinguere il bene dal male; il buono dal cattivo: nessuno è giudice di se stesso, tanto meno degli altri che non possiamo conoscere nel profondo anche delle intenzioni.

 

b. Leggiamo da Matteo 13,24-30

24 Egli propose loro un’altra parabola dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo, che seminò buon seme nel suo campo. 25 Ma, mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò della zizzania in mezzo al grano, e se ne andò. 26 Quando poi il grano germogliò e mise frutto, apparve anche la zizzania. 27 E i servi del padrone di casa vennero a lui e gli dissero: “Signore, non hai seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c’è della zizzania?”. 28 Ed egli disse loro: “Un nemico ha fatto questo”. Allora i servi gli dissero: “Vuoi dunque che andiamo e la estirpiamo?”. 29 Ma egli disse: “No, per timore che estirpando la zizzania, non sradichiate insieme ad essa anche il grano. 30 Lasciate che crescano entrambi insieme fino alla mietitura; e al tempo della mietitura io dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano, invece, riponetelo nel mio granaio”»

 

Ricordiamo che solo gli apostoli ebbero la spiegazione. Noi, come il popolo dei tempi di Gesù, dobbiamo romperci la testa per scoprire che cosa vogliono suggerire i fatti della vita narrati da Gesù in forma di parabole.

  • Qual è il punto della parabola che ha richiamato di più la tua attenzione?
  • Che cosa ti insegna questa “parabola” per la tua vita?
  • Il padrone disse: “Lasciate che crescano insieme, fino al tempo del raccolto”. Come ti spieghi questo “consiglio”?
  • Qualcuno forse direbbe: “Pazienza, questa è la vita”! Oppure: “Dio vuole così”. Oppure: “Quando le cose sono mescolate non c’è niente da fare!” Che ne dici?

 

 

c. La Parola di Dio vuole dirci:

36Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 37Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 38Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, 39e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. 40Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità 42e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. 43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!

 

d. Prendiamo atto e coscienza

Questa storia dal vivo è innanzitutto un invito alla pazienza. Non manca gente che voglia mettersi a parte, in qualche setta, e rappresentare la comunità eletta. Ma nelle folle che seguono Gesù – e in seguito nella Chiesa, nel mondo, in ciascuno – bene e male sono mescolati come il grano e l’erba cattiva nei campi. Nessuno ha la missione di stabilire le frontiere. Al momento opportuno si farà la divisione; nell’attesa c’è la salvezza e questo è l’essenziale.

 

Si racconta

 

Il Vangelo di un re cristiano

Una nobile signora, che ospitò in casa sua nella prima guerra mondiale re Alberto del Belgio, volle vedere quello che il sovrano aveva portato con sé.

Con sua grande sorpresa, trovò sul tavolino, nella camera da lui occupata, una raccolta di meditazioni sul Vangelo.

Per accertarsi che il re se ne servisse, guardò quale capitolo indicasse il segnalibro in quel giorno; il giorno seguente il segnalibro era spostato di un altro capitolo; così anche nei giorni seguenti.

Quindi ogni giorno re Alberto meditava sui santi Evangeli. (Costa)