Io credo Gesù Cristo vero uomo (2)

Vangelo di Luca 4,16-19

Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: “Lo spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore”.

 

La sua volontà

Gesù possedeva una volontà forte e decisa a portare fino in fondo il progetto di amore all’uomo. Noi sappiamo che la volontà è un particolare potenziale di energia che spinge l’uomo a superare forze contrastanti (inibizioni associative, affaticamento, bisogno di gratificazioni), e a guidarlo efficacemente verso il fine. Naturalmente quanto più affascinante o grandiosa è la meta, tanto più facilmente la volontà diviene potenziale di energia cinetica trasformando l’eros in prestazione etica. Cristo, per questi motivi, era inflessibile difronte a tutto ciò che era immorale, ingiusto o provocazione della cattiveria; irremovibile nel perseguire lo scopo della sua missione; non ebbe paura neppure di brandire una frusta e cacciare fuori dal tempio i bancarellai (Lc. 19,45 2).

Si è d’accordo nell’affermare che la consapevolezza del “voglio” restituisce il senso di libertà ad una persona. Gesù prova la propria libertà e la sicurezza delle proprie decisioni con la chiarezza di distinzione tra falsità e verità (Mt. 5,37; 2 Cor. 1,17-19; Gc. 5,12).

Non c’erano dubbi in Cristo!

È vero che, come uomo, Gesù sentì la ripugnanza al dolore, alla morte, al tradimento, ma “volle” bere il calice amaro fino all’ultima feccia (Mc. 14,36; Gv. 18,4-11).

Gesù, dunque, è un oratore, un grande oratore; dallo stile chiaro, semplice, bruciante, potente e incomparabile; ma nello stesso tempo, Gesù è un esecutore senza appelli di ciò che dice (Gv. 7,45-46).

Tuttavia – lo voglio affermare fin d’ora, a conclusione di questo breve dialogo – Gesù non è un superuomo; come uno di quelli che fanno parlare di sé con le tante spacconate che ci riportano i giornali.

E nemmeno uno di quegli eroi che facilmente diventano leggenda.

In fondo – è vero – nessuno di noi avrebbe il coraggio di affermare: Gesù è solo una leggenda!

 

Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono nei granai, e il Padre vostro celeste li nutre (Mt 6,26)