Biografia di Adelia Melilli

Adelia Melilli
* 13/06/1985 + 03/02/1999

Grazie,
Signore Gesù per tutto quello che fai per me.

Ti prego aiutamia portare questa croce affinché guarisca, però
non devo pensare solo a me, ma anche ai non credentie credenti fino a
quando tu li aiuti.
Grazie, Signore Gesù.
Adelia

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Dio ha voluto così, quindi non ci sarà mai nessuno che potrà
cambiare la scelta che Lui ha fatto.
Sono fortunata!
Adelia Melilli

Dati Anagrafici
Adelia nasce a Ragusa (Italia – Sicilia), il 13 giugno 1985, da papà   Raffaele e da mamma Luisa Sisalli. Riceve il battesimo nella chiesa parrocchiale di S. Paolo; la Prima Comunione, il 25 maggio 1995; la S. Cresima le viene amministrata il 31 maggio 1997.
Agosto 1995: primi indizi della malattia. Diagnosi: sarcoma di Ewing all’omero destro con metastasi polmonare. Ottobre 1995- giugno 1996: chemio-radioterapia e trapianto. Remissione della malattia fino a luglio 1998. Recidiva e cura “Di Bella”.
15 ottobre 1998: Adelia entra a far parte del Centro Giovanile Spazio che frequenta, assiduamente e con grandissimo entusiasmo, fino alla fine, tanto che i Responsabili credono bene e giustamente di fregiare le sue spoglie mortali con il fazzolettone azzurro, segno di “appartenenza”.
16 dicembre 1998: aggravamento.
3 febbraio 1999 Adelia ci lascia per il cielo. Marzo 1999: gli educatori dell’Oratorio Spazio pubblicano un libro su Adelia in 3000 copie:
il ricavato delle offerte viene consegnato a Cuore Amico per il Centro Juan Pablo II in Esmeraldas (Ecuador).
18 giugno 1999: Adelia viene proclamata “alunna più buona d’Italia 1998” e le viene assegnato un premio, che viene consegnato al suo Oratorio Spazio, che lo devolve per il ricostruendo Centro Juan Pablo II in Ecuador.Viene pubblicato dal Centro Giovanile Spazio un secondo libro per il 1° anniversario della morte, mentre nell’aprile del 2000 viene pubblicato da Cesare Ammendola un originale profilo di Adelia con il titolo INOLTRE.
Luglio 2001: viene dedicata ad Adelia una biblioteca nel Centro Juan Pablo II in Esmaraldas d’Ecuador per il quale l’Oratorio Spazio ha contribuito con una somma significativa raccolta alla memoria di Adelia. Adelia, una fanciulla tredicenne straordinaria che è passata tra noi come una discreta meteora luminosa. 

Creatura luminosa
Adelia: creatura umana ordinaria al punto da non accorgerci della sua eccezionalità; creatura interiormente trasfigurata al punto da affascinare, da legarci, da incitarci all’imitazione. Adelia ci insegna a cominciare dalle cose ordinarie, ad accorgerci di chi ha bisogno di noi, ad amare la vita, a vivere sempre alla presenza di Dio che ci ama e ci vuole felici, sempre, nonostante i fatti della vita possono dirci il contrario. Tutto è problema di amore. Una vita ancora allo sbocciare.Un corpo così minuscolo e reso debole dalla malattia… eppure così forte da far sembrare quasi naturale la convivenza con la sofferenza. Adelia offre, si offre a Gesù. Vuole fare la sua volontà. Nuovo genere di martirio è anche la malattia aggressiva, devastante, accettata e offerta con fortezza eroica e mite. Una vita, non ancora gustata, è donata come se l’avesse interamente goduta. Testimone di Gesù in un’età in cui è difficile essere arbitri di sé e delle proprie decisioni. Ma con l’amore all’Autore della natura è posponile andare oltre la natura. La malattia ha solo temprato e consacrato una personalità pura, semplice, profonda; ha accelerato e celebrato un processo di crescita interiore profonda e sublime. Grandi cose Dio ha fatto nel cuore di Adelia, pur in brevissimo, ma intensissimo cammino di prova, purificazione, sofferenza.

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Adelia nel ricordo di mamma Luisa

Mamma Luisa vuole ricordare Adelia riferendoci “sue” parole, purificate, per quanto umanamente possibile, da qualsiasi emozione personale.

Ti voglio bene
Dal 23 dicembre Adelia non dormiva più coricata sul letto, ma seduta con la testolina poggiata su un cuscino adagiato su una scrivania. Ogni sera, quando tutti andavano via e io restavo sola con Adelia, le sussurravo all’orecchio: “Ti voglio bene”. Negli ultimi giorni Adelia faceva fatica a parlare. Due giorni prima che andasse via, io come sempre le sussurrai: “Ti voglio bene”. Adelia alzò tremolante la testa e con grande sforzo mi disse: “Mamma, ti voglio bene”. Non è possibile Adelia è seduta con la testolina poggiata su un cuscino adagiato su una scrivania. Fa fatica a parlare. Io, affranta dal dolore per la sua sofferenza, le dico: “Ho pregato Gesù di fare soffrire me al posto tuo”. Adelia alzando la testa tremolante dal cuscino: “Sì, anch’io l’ho chiesto a Gesù” e subito giù. Io: “Cosa ti ha risposto?”. Adelia alzando ancora una volta la testa: “Non è possibile!” e subito giù.
  
Qualcuno prima e qualcuno dopo
Un giorno così si esprime Adelia in un dialogo con lo psicologo: “Dio chiama qualcuno prima e qualcuno dopo, ma chi è chiamato prima non è più sfortunato degli altri, anzi viene risparmiato dalle sofferenze della vita”.
  
Il Paradiso
Il Paradiso per Adelia è un luogo meraviglioso dove accanto agli uomini ci sono gli animali (il suo criceto e i suoi uccellini morti) e le piante “perché – dice Adelia – anche le piante sono esseri viventi”.

Come Gesù
Per alleviare le sofferenze di Adelia il medico ogni 5-6 giorni aspirava il liquido presente nella cavità pleurica. Alla terza toracentesi (così si chiama questo intervento) Adelia mi dice: “Mamma, ho tolto il liquido per tre volte così come Gesù cadde per tre volte prima di essere crocifisso”. 

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Gli ultimi istanti
Durante la fase terminale, poiché Adelia soffriva per la fame d’aria
che le provocava claustrofobia e senso di oppressione, per circa dieci giorni abbiamo dovuto somministrare blandi ansiolitici per tranquillizzarla e farla respirare meglio. Adelia avvertiva l’effetto di questi farmaci come
un venir meno, si “sentiva cadere”, ma non riusciva ad abbandonarsi
al sonno. Una mattina volle comunicarci i suoi pensieri: Adelia era seduta in cucina con l’ossigeno e con la testa appoggiata sul tavolo e voleva essere tenuta, perché si “sentiva cadere”; ad un certo
punto alzò la testa e spalancò gli occhi. Tutti ci allarmammo e pensammo che fosse svenuta. Subito dopo riversò il suo capo sul cuscino, posto sul tavolo, e cominciò a sussurrare: “Me ne vado, mamma, me ne vado. Tutti vestiti di nero. Piangono. Devo scrivervi una lettera”. “ Adelia, cosa devi scrivere nella lettera?”.
“Addio”.
Il lunedì 1 febbraio alle ore 22.15 Adelia alzò la sua testolina dal cuscino ed emanò un lamento: “aaahhh… il cuore, aaahhh… il cuore”. Verso le 22.30 le diedi il sonnifero e non si svegliò più. Adelia ha lottato contro la morte con tutto ciò che aveva a disposizione: le cure mediche, la sua voglia di vivere, la forza di volontà, la preghiera, la fede. Evidentemente il Signore Dio le ha voluto anticipare quella felicità che la Nostra Mamma di Lourdes ha promesso a Bernadette e, quindi, a tutti gli uomini di buona volontà, una felicità che si può godere non in questo mondo, ma soltanto nell’altro.

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Adelia del paradiso
Adelia tu ora sei nella festa del Paradiso, ma noi siamo tristi perché siamo ancora esuli e perché tu ci manchi. Il tuo mondo, ora, è diverso, ma noi non possiamo né capirlo, né immaginarlo. E noi abbiamo paura di ciò che non conosciamo.Siamo più tranquilli in ciò che conosciamo. Questo mondo lo conosciamo e ci siamo attaccati.
Anche tu l’hai conosciuto, e c’eri attaccata, come ogni essere umano normale. Ma ora conosci, il mondo che hai lasciato, in modo più profondo alla luce del mondo nuovo in cui ti trovi. Ora tu puoi stare accanto a noi, a ognuno di noi, in ogni momento. Puoi capirci, puoi aiutarci – nella volontà di Dio – a continuare il nostro cammino verso la casa del Padre in cui ora tu abiti per sempre, senza turbamenti, senza preoccupazioni. Mentre tu ti affacciavi alla vita con le tue speranze, con i tuoi sogni, con le tue domande profonde, con le tue scoperte faticose e sofferte… Gesù ti ha chiamata, ti ha scelta. Conducendoti per mano e in braccio, in poco tempo ti ha fatto attraversare la grande prova della vita per introdurti nella gioia senza fine. Da tanto tempo durava il tuo martirio. Sei diventata più grande della tua età. I tuoi pensieri erano diventati ponderati, esprimevano spesso grande saggezza e profonde convinzioni. Ci incontreremo in Dio. Noi che restiamo dobbiamo continuare il nostro vivere, sperare, lottare. Dobbiamo, ogni giorno, ogni momento volere e scegliere il bene per non perdere il senso, la direzione della vita. Dobbiamo continuare a credere, sperare e amare fino a quando anche per noi, un giorno, arriverà il momento di partire, di incontrarci faccia a faccia con il nostro Gesù e, in Lui, con tutte le persone care che ci hanno preceduto e hanno meritato di entrare nella felicità eterna.Tu, Adelia, prega per noi. Aiutaci ad accettare i nostri limiti, a mantenerci puri, a saper ricominciare senza stancarci, ad accettare la volontà di Gesù, come hai fatto tu. Sii il nostro Angelo che ci accompagna sulla strada della felicità vera.

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