Il coraggio di dire “No” e di dire “Sì”

Per costruire una VITA BUONA!

Gli educatori veri sanno correggere

Supponendo che l’educatore conosca la strada maestra che deve indicare a chi la percorre, sa adoperare lo sterzo per “raddrizzare.”
La saggezza umana ha sempre ritenuto possibile, necessario e doveroso correggere i figli e gli educandi.
I metodi per correggere sono variegati, ma uno, l’educatore, deve sceglierlo.
La correzione non è la punizione, ma ogni correzione dev’essere connessa con il bene oggettivo e personale.
Il potere non sempre è autorevole quando non aiuta a far capire che l’agire sciocco farà soffrire.
L’educazione è un “negoziato” continuo, ma mai flessibilità di regole.
Le regole, appunto, sono la strada bella e veloce; le buche devono sempre essere sollecitamente riparate. Il problema educativo è l’ignoranza, da parte dei genitori e degli educatori, dei principi educativi elementari.
La famosa “autostima” è un falso problema quando i genitori vogliono far vivere i propri pargoli sempre nell’ovatta, soffice e conveniente per tutt’e due le parti.
Sono proprio le difficoltà e le sconfitte a far diventare grandi i piccoli, se accompagnati sempre dall’ottimismo vigoroso degli educatori.
Attenzione, allora, al declino della famiglia! Spesso e in troppe realtà famigliari mancano le basi portanti della famiglia: i valori etici, spirituali, sociali, di fede.
Gli adolescenti si avvicinano con stima e curiosità esistenziale a coloro che vivono giorno per giorno con lo sguardo verso il cielo (Vittorio Mariani in “Maneggiare con cura”), con fede in Dio, con uno stile di vita conseguente.
Gli adolescenti non cercano modelli affascinanti, ma irraggiungibili. Possono essere attirati, ma poi la loro vita va da un’altra parte se quelle persone non sono in famiglia.
Gli adolescenti sembrano trasgressivi e immorali, ma cercano esempi di fedeltà che respirano in famiglia e transustanziano, a poco a poco, nella loro vita.
La sostanziale serenità e solidità della vita familiare è data da esperienze di perdono e di riconciliazione.
In famiglia, i figli apprendono e comprendono cosa vuol dire:
– fare pace,
– conciliare,
– raccordarsi,
– accorgersi,
– condividere,
– riscegliersi,
– ricominciare,
– cambiare e rinnovarsi,
– dialogare,
– soffrire e gioire insieme,
– riprogettare,
– avere spirito di servizio, di sacrificio,
– essere dono,
– provare emozioni.

Attenzioni educative particolari:

  1. all’utilizzo dei mezzi di comunicazione digitali, oltre il pericolo di “neoanalfabetismo”
  2. all’orientamento scolastico e lavorativo e alla scelta delle realtà educative e delle compagnie
  3. all’educazione culturale, ecologica, sociale, politica, caritativa
  4. al progetto di vita

 

Il vero educatore:

  1. porta gioia, speranza educativa, creatività, empatia e simpatia
  2. è umile ed ha e dà senso di corresponsabilità

 

Il buon educatore

  1. sa evitare, rimediare gli errori educativi con i figli adolescenti
  2. non strumentalizza, non ricatta affettivamente, non sa essere ipocrita e non tarpa le ali
  3. rifiuta la competizione e il conflitto
  4. non drammatizza né sottoconsidera o banalizza, né prende in giro.

 

Problema educativo?!

Rinnoviamo la speranza!
Da quanto ho scritto sopra possiamo imparare:

  1. a lasciarci provocare dalla curiosità e provare ad approfondire le “scintille” appena elencate che, se accolte e curate, possono innescare fuoco di valori e di benessere;
  2. ad avere maggiore attenzione e decisione per il problema educativo in famiglia, che non è compito solo della famiglia, ma di ogni realtà che si vanta di essere educativa: scuola, oratorio, movimenti, società sportive, parrocchie…
  3. ad avere consapevolezza che non si finisce mai di imparare.

Sac. Salvatore Mercorillo

 

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