Questo numero di Voce è dedicato quasi tutto al 50° del mio Ministero
sacerdotale. E sono io che voglio giustificare questa dedica, il cui fine è oltre la mia persona.
In che senso?
e
Perché?
Perché?
I miei carissimi Collaboratori-educatori hanno deciso di dare
un senso al 50° anniversario.
Io tento di dare una spiegazione non necessariamente per
tutti convincente.
La sintesi potrebbe essere questa: 50 anni di vita sacerdotale
spesa per il Regno di Dio in questo mondo, in questa storia, potrebbe
servire di incoraggiamento, di esempio, di punto di riferimento…
per altri che guardano lontano con gli occhi dello
Spirito!? Dei miei 50 anni, 11 sono serviti come pista di lancio
per una unica esperienza di “servizio”.
In che senso?
Quale il fine di questo Voce speciale e di questo editoriale?
Domanda legittima, ma doverosa una risposta veritiera e soddisfacente,
anche se non a tutti risulterà convincente.
Le intenzioni sono rette ed entusiastiche: vogliono dire a tutti
quanto è buono il Signore, con tutti i suoi figli. Lui si serve di
chi vuole, non sempre di chi è simpatico a molti, senza spiegarci
un perché. Semmai, chi ha gli occhi puliti e sani può trovare risposte
a queste strane scelte di Dio!
La mia vita?
La vedo (la mia vita, guardandola al passato e al futuro)
come una poesia, con una rima che non arriva mai. Mi sembra
(ma non è solo impressione, gli anni passano-volano anche per
me) di invecchiare senza diventare adulto.
Ma chi è l’adulto? È chi ha raggiunto delle mete; chi ha realizzato
e si sente soddisfatto; chi si è fermato e guarda indietro
e prova nostalgie e sospira spazientito perché il tempo gli sfugge
via e sente di non aver più tempo di soddisfare altri sogni!
Io mi sento una persona sempre in corsa.
All’inizio del mio servizio immaginavo di essere un 100metrista.
Dopo quella illusione mi sono scoperto maratoneta per
tutta la durata della mia vita. E mi sento ancora in “corsa”.
Salvatore Mercorillo
