La sua bontà
Gesù – lo sappiamo – annuncia la morale più sublime della storia; la più esigente; ma, nello stesso tempo, dimostra un amore spasimante per l’uomo, una tenerezza poetica per la natura.
Ma andiamo per ordine:
amò la natura: la terra, le piante, i fiori, le stagioni, il lavoro dell’uomo.
Dall’osservazione attenta e amorosa della natura prese spunto per le parabole e per molti suoi discorsi.
Gesù si servì della natura come una strada per raggiungerci con il suo messaggio di verità, di luce e di unità.
Amò gli uomini: i preferiti, furono i bambini e i poveri (Mc. 10,13-16; Mt. 19,13; Lc. 9,48b; 10,21b; Mt. 18,2-5; 18,6-7A; 5,1-12). Oltre al tradizionalissimo episodio dell’accarezzare i bambini non dobbiamo assolutamente dimenticare la promozione a “maestri” che Gesù conferì ai bambini e la pesante responsabilità degli adulti nei riguardi dei più indifesi, dei piccoli.
Anche Gesù coltivò, con profondi sentimenti, l’amicizia.
Tra gli Apostoli, tre erano sempre presenti nei momenti più importanti della sua vita apostolica: Pietro, Giacomo, e Giovanni, anche se di quest’ultimo, si dice, fosse il “prediletto” (Mt. 4,18-22; 17,1ss; 26,36-37). Lazzaro fu un grande amico di Gesù che pianse per la sua morte (Gv. 11,1-46).
Ebbe anche amicizie femminili; per cui si può tranquillamente affermare che Cristo fu il più grande sostenitore della parità tra maschio e femmina (Mt. 5,31-32; 8,14-15; 9,22; Mt. 15,28;19,5-6; 25,10; 28,9-10; Lc. 11,38-42). Oggi diremmo che Gesù fu un femminista nel vero senso della parola.