I sentimenti di cristo
Gesù si commuoveva davanti alle disgrazie fino a provarne turbamento nel profondo dell’animo.
Uno per tutti: l’incontro con la vedova che, distrutta dal dolore, accompagnava alla sepoltura il proprio figlio unico.
Gesù si commosse anche per l’enorme folla di amici e curiosi che seguiva il feretro: ordina ai portatori di fermarsi e restituisce il figlio risuscitato alla madre (Lc. 7,11-17).
Notissimo è il pianto di Gesù su Gerusalemme, sua patria, gioia e tormento (Mt. 23,37).
Se Gesù ebbe una debolezza per gli uomini in genere, l’ebbe in modo particolare per i malati: li cercava, li consolava, li guariva (Mt. 4,23; Gv. 4,43-54; Lc. 4,40-41; Mc. 1,40-45; 2,1-12; Lc. 7,1-10; Mc. 5,1-20; Mt. 9,27-30; Gv. 5,1-18; Mc. 9,14-29).
Gesù ebbe compassione per le folle guidate male o non guidate affatto; le paragonava a pecore senza pastore. Per le folle logorava i suoi giorni con la predicazione (Mc. 6,30-44).
Ogni pagina, anzi ogni parola, del Vangelo sprizza questa bontà-misericordia, compassione, amorevolezza di Gesù per i peccatori.
Ricordiamo gli incontri più significativi: con la peccatrice (Lc. 7,36-50); con Zaccheo (Lc. 19,1-10); con Pietro (Lc. 22,61-62); con il ladrone sul calvario (Lc. 23,39-43); le più stupende e commoventi parabole sono quelle del perdono (Lc. 15,11-32).