Che sarà… della nostra società dopo questo terremoto sociale-globalizzato?
Si vedrà! Si vedrà! Ma qualcosa cambierà.
Molte le situazioni che dovranno cambiare. Dovranno cambiare molte, moltissime forme di socializzazione.
Qui devo stringere l’obiettivo per riprendere e mettere bene a fuoco solo alcune zone in cui le relazioni devono cambiare. Altrimenti non abbiamo capito niente. Dovremmo avere, allora, almeno il pudore di riconoscerci “tardi di mente e duri di cuore” (Mc 16,12).
Nelle famiglie devono rinascere le relazioni perdute tra genitori e figli e nonni e vicinato! Nella scuola le relazioni tra docenti e alunni, tra docenti e famiglie degli alunni che così non vanno bene, anzi sono degradate! Nel mondo del lavoro, tra datori di lavoro e lavoratori da non sfruttare e schiavizzare!
Devono cambiare le relazioni anche nello spazio ecclesiale tra pastori di diocesi e pastori-sacerdoti… tutti! Più relazioni interpersonali; in settore pastorale più dialogo, più collaborazione, più condivisione. Meno sagre e più dialogo fraterno. Tutto il popolo di Dio è uno in Cristo, altrimenti Cristo è stato supplito da individualismo sospetto, narcisistico e scandaloso. Da queste malattie si può uscire, si deve uscire! Di conseguenza, dobbiamo mettere al passo con i tempi:
- Rapporto personale, non virtuale, non per interposte tecniche, utili, mai sostitutive, con le famiglie che dimorano in via, casa e numero di porta ben precisi.
- Contenuto di itinerari formativi e promozionali per catechisti, gruppi, oratori, aggiornati alla cultura e capacità di apprendimento del 2020 e oltre! Il “si è sempre fatto così” non serve più, anzi provoca danni e fughe.
- Lo Spirito Santo non ha smesso di donare carismi alla sua Chiesa, urge risintonizzare i ricevitori della mente e del cuore.
- Ultimo “urlo”! Urge incontrarci, cominciando con coloro che, più o meno, sentono e vivono queste urgenze.
Altro dono di questa dolorosa esperienza potrebbe essere urlato con le belle espressioni sonore del nostro Rino Farruggio: “…Torneremo a camminare…! Con la forza dei bambini, suoneremo le campane e la pace in ogni casa è il regalo da aspettare”.
Sac. Salvatore Mercorillo