Genitori – Educatori controcorrente

Genitori – educatori 
CONTROCORRENTE
in famiglia, a scuola, in oratorio

 

La nostra società, in questo tempo sciapo, piatto, insensibile, naviga in acque mai così agitate e torbide.
Cercansi educatori illuminati e coraggiosi per non andare a fondo con naufragio disastroso
– in famiglia
– nella “buona scuola”
– negli “oratori”

Ma per andare controcorrente deve essere obbligatorio CONOSCERE: corrente cos’è? E corrente come dev’essere, quella che va e porta verso un “porto” di attracco sicuro e accogliente e realizzante.
La corrente (società, moda, pensare, essere, valere) attuale è la confusione di
– avere più macchine che idee,
– confondere vitalità con volgarità,
– conoscere il prezzo delle cose non il loro valore,
– vivere in una società sempre più virtuale e sempre meno virtuosa (di valore).

Questa società sta firmando la propria morte.

Una strategia: andare contro questa corrente mortale, sonnolenta, disorientata

Controcorrente:

  • contro i capricci,
  • contro l’arroganza,
  • contro la corruzione,
  • contro gli occhi chiusi.

 

Indignati e… coerenti

  • Al mattino siamo tutti indignati – scrive Montanelli – ed anche con convinzione. Alla sera siamo tutti davanti alla televisione a guardare… tutte le “storie”!
  • Irritare la gente può giungere ad essere un dovere di coscienza (Miguel Unamunu).
  • Dunque, “contro”:
  • la moda sempre più invasiva di accelerare e spremere i bambini. E rubare loro il tempo libero del gioco e della socializzazione progressiva;
  • la moda di dire sempre “sì” e troppi pochi “no” che sono vere barriere per non precipitare nell’abisso del “non senso”.

 

Accorgiamoci, educhiamo e indigniamoci… con gentilezza
È solo il titolo di un libro, ma dice una cosa giusta. La prima cosa importante da insegnare ai figli oggi è la rara arte delle Buone Maniere e del rispetto. Solo così si può sperare di ingentilire una società sempre più volgare e violenta. Anche se è un vero andare controcorrente. Abbiamo la capacità di portare sollievo e benessere con la sola nostra presenza. L’amore, l’amicizia, la tenerezza sono realtà benefiche che aumentano ogni nostra attività. È questa la vera gentilezza.

Un bambino, Jonathan, mi ha raccontato che una volta, durante una gita con la scuola, stanco dopo una lunga camminata arrancava dietro a tutti e si sentiva solo. Ma un compagno lo ha aspettato e lo ha incoraggiato. “Forza, Jonathan, che ce la fai!” E lui ce l’ha fatta. È bastato questo. Lui l’ha chiamato “un aiuto riscaldante”, un’attenzione, una parola gentile in un momento difficile. È forse ciò di cui tutti abbiamo bisogno, nel cammino della nostra vita, per il nostro prossimo passo avanti.

Annota Pino Pellegrino, nel Bollettino Salesiano di aprile 2018.

  • Non accettiamo che le feste di compleanno si trasformino in nozze anticipate!
  • Ci opponiamo al “facilismo” che azzera la volontà.
  • Remiamo contro il trucco della “visibilità”: non è il camice che fa il medico, non è la forma che fa la salsiccia.

Sono alcuni esempi di educazione alternativa che vorremmo riportare in prima pagina non perché non abbiamo superato la fase dello sviluppo psichico dell’adolescente che si pone in quanto si oppone, ma perché siamo convinti che sovente andare “contro” significhi andare “verso”: verso l’Uomo con la lettera maiuscola!

 

Accadde a Gerusalemme – Accade in questa società liquida
La gente stava a guardare. I capi del popolo si facevano beffe di Gesù e gli dicevano: “è stato capace di salvare altri, ora salvi se stesso, se egli è veramente il Messia scelto da Dio”. Anche i soldati lo schernivano, si avvicinavano a Gesù, gli davano da bere aceto e gli dicevano: “Se tu sei davvero il re dei giudei salva te stesso!” (Vangelo di Luca 23, 35-37). Un milione di volte al giorno, Gesù viene ucciso e nessuno si indigna.

Accadde in Spagna
nel paese di La Rioja, al tramonto di un giorno della Settimana Santa, durante la processione pasquale. Una folla accompagnava, silenziosa, il passaggio di Gesù Cristo e dei soldati romani che lo castigavano a frustate. Una voce ruppe il silenzio. A cavalcioni sulle spalle del padre, Marcos Rabasco, gridò al frustato: “Difenditi, difenditi!”. Marcos aveva due anni, quatto mesi e ventuno giorni.

Aforismi “controcorrente”

  • L’uomo è grande quanto sono grandi le cose che lo fanno andare in collera. (Paul Valéry, poeta francese)
  • Se non ti prende l’ira quando è necessario, pecchi! (San Giovanni Crisostomo, padre della Chiesa)
  • Tornate all’antico e farete del nuovo. (regola base di Giuseppe Verdi ai futuri allievi dei conservatori d’Italia)
  • L’odio è la caratteristica dei nani; la collera è la caratteristica dei giganti. (Domenico Giuliotti, scrittore)
  • Fossi papa, a momenti, l’ira metterei tra i sacramenti (Giuseppe Giusti, poeta)
  • C’è una rabbia santa e noi l’abbiamo lasciata cadere troppo (Abbé Pierre, filantropo francese)

Sac. Salvatore Mercorillo

 

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