Voce di Spazio 3 Ottobre 2019

Editoriale

Questi nostri ragazzi!

 

Dopo il Christus vivit (Cristo è vivo!), documento pontificio post-sinodale, viene spontaneo pensare e ripensare a loro: i giovani, i ragazzi e i più piccoli.

Un pensare preoccupato, ma non angosciato, né ripetitivo. “C’è (di mezzo) una buona notizia (non inclusa nel documento Christus vivit): i giovani e i ragazzi sono idealisti come noi, goffi come noi (adulti!), teneri come noi, stupidi come noi che (ai nostri tempi) volevamo cambiare il mondo ogni momento. La cattiva notizia è questa: queste nuove generazioni trovano noi. E noi siamo un po’ cambiati” (Pierangelo Sequeri). Gli adulti mostrano ignoranza o di non aver capito il valore fondamentale della Parola di Dio nella vita di fede e quindi nell’educazione dei figli. Anche se, a onore del vero, esistono, sia pure in forma molto minoritaria, forme di iniziazione alla Bibbia che coinvolgono genitori ed educatori, ma purtroppo Bibbia e giovani generazioni vivono di solitudine o di confusione con la storia di  Cappuccetto Rosso.

Possiamo dire, perciò, che come cristiani in Italia abbiamo perso tre generazioni e stiamo perdendo la quarta. Così crescono piccoli atei!

Anche se è bene e doveroso distinguere la situazione dal punto di vista sociologico e dal punto di vista spirituale.

Dal punto di vista sociologico possiamo confermare che nel mondo europeo si può parlare di crisi con questi cinque indicatori più gravi: la crisi della famiglia (instabilità nel legame matrimoniale, incapacità educativa, calo delle nascite), insignificanza della fede cristiana nel mondo giovanile, comunicazione mediatica superficiale e deformata (don Cesare Bissoli); forme di violenza e conflitti nel mondo, evidente abbassamento di credibilità nella Chiesa.

Dal punto di vista spirituale; cioè dal punto di vista dello Spirito Santo, dai segni del Vangelo che, nel nome di Gesù, Egli (Spirito Santo) va spargendo per il mondo: “la ricerca della verità da parte di tante persone in tutto il mondo non solo cattolico, e il dialogo tra le religioni; l’impegno coraggioso per il rinnovamento radicale della Chiesa alla luce del Vangelo; la disponibilità di tanti giovani a dire “Sì” a Gesù Cristo e alla sua visione di vita come ha dimostrato il Sinodo a loro dedicato; la loro opera di carità e solidarietà (volontariato) verso i poveri, i migranti; l’impegno per ridare alla terra la buona salute con cui Dio ce l’ha donata” (ecologia)… (papa Francesco).

Non dobbiamo cadere nella trappola del pessimismo, della delusione e dello scoraggiamento. E, soprattutto, non possiamo dubitare che Dio si è dimenticato dell’uomo!

All’Oratorio Spazio, da sempre (42 anni!) corriamo sui binari sempre tenuti lucidi, forti e aggiornati con i segni dei tempi intuiti, conosciuti, interpretati, con progetti nuovi (innovativi), con programmi formativi in sincronia con le domande evolutive della base per aiutarla a darsi risposte, in tempo giusto, per aiutarla a farsi altre domande… e, così, orientarsi verso il Pianeta della Verità e dell’Amore infinito.

Da sempre, noi educatori abbiamo denunciato le ragioni e le cause della lontananza dalla vita cristiana dopo la cresima:

– assenteismo come trascuratezza (don Cesare Bissoli) dei genitori, loro stessi poco formati; mentalità che, ricevuti i sacramenti: comunione e cresima, il fanciullo/la fanciulla è “ a posto”. Non pensiamo che con l’adolescenza si acuiscono i problemi morali e di fede. A Messa, i nostri ragazzi “a posto” non vanno più perché, “la Messa, non mi dice niente, mi annoia…”. Manca una pedagogia eucaristica, liturgica per minorenni.

Ancora: la catechesi è concepita come un avvenimento di “passaggi” e non aggiornabile nel contenuto, nel tempo, nel metodo e nel ritmo dei segni dei tempi. “A mio parere (don Cesare B.) sull’identità e preparazione dei catechisti, degli insegnanti, educatori, testimoni, in comunità si procede in termini incerti e confusi.” “Eppure, in Italia (insiste don Cesare B.) sono in atto tantissime esperienze positive di cambio. Bisognerebbe che venissero fatte conoscere tra le diocesi, nella singola diocesi, nelle comunità… con la loro singolarità e con pregi e limiti.” Non dimentichiamoci del “seme piccolo che cresce da sé (cfr Mc 4,26ss), non di un albero ben piantato e con frutti a portata di mano.”  

Salvatore Mercorillo

Sono disponibile al contatto con domande e dialogo interessato a questo grande problema della situazione delle nuove generazioni in questa società in cambiamento.

 

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