Voce di Spazio n° 2 giugno 2019

copertina voce 2 giugno 2019

Visione d’insieme
di questo anno sociale
all’Oratorio Spazio

Siamo partiti issando la bandiera dell’Oratorio su cui, metaforicamente, abbiamo riscritto una definizione per il 42° anno: “Oratorio-laboratorio di talenti”.
Un titolo sottolineato dalla Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.) in un famoso documento in uscita nel 2013.
Convinti fin dalla fondazione del nostro Oratorio (1977) che gli Oratori non nascono come progetti “fatti a tavolino”, ma dalla capacità di lasciarsi provocare e mettere in discussione dalle urgenze e dai bisogni del proprio tempo (cfr documento C.E.I. n° 5).
Anche quest’anno sociale (2018/2019) abbiamo drizzato le antenne, abbiamo issato le bandiere per conoscere i segni dei tempi, i segnali provenienti da tutte le direzioni per progettare incontri, percorsi e accompagnamenti formativi in sintonia e rendere l’impegno educativo quanto più efficace possibile. Le difficoltà personali dei nostri amatissimi oratoriani ci sono venute incontro in maniera molto evidente, in genere, ma difficili da interpretare in certe situazioni.
Le nostre antenne di educatori attenti e responsabili ci hanno aiutato a orientare la prua della nostra nave verso la direzione (= senso, orientamento, obiettivo) programmata e controllata, insieme, giorno per giorno. Questo metodo condiviso, scrutato, analizzato giorno per giorno, ci ha aiutati a continuare, a saper correggere e sostenere valori, solidarietà, collaborazione. Il clima, sia per il dopo-scuola che per i “nostri” momenti “magici” di dialogo, di condivisione, anche di riflessioni e di preghiera, ci confermava che la rotta era quella giusta. Anche le due grandi tematiche: la grande storia e TerraViglia ci hanno affascinati, incuriositi e aperti all’Invisibile bello! Sto parlando di “piccoli” oratoriani, non dei “grandi”, i cosiddetti “giovani” (16-26 anni) come indicati nel documento di Papa Francesco “Christus vivit”, che purtroppo, ancora, da moltissimi organizzatori/trici più o meno autorevoli, sono definiti come “giovani” soggetti delle elementari, delle scuole medie e delle scuole superiori.
Questa non è certamente una “battuta”, la mia, ma una constatazione amara, anzi amarissima. È una “confusione” di conoscenza a grandangolo. E quando c’è questa aberrante confusione si sa, i rapporti con i piccoli e i giovani sono sfasati e sfasanti.
Così vestiamo “piccoli” e “grandi” di idee, di proposte, di “laboratori”, di grest, di oratori fantasmi; diamo “mandato” ad animatori che spuntano come asparagi selvatici dopo una pioggia; organizziamo di tutto per tutti… come se vestissimo di indumenti elasticizzati, della stessa inziale misura, piccoli e grandi!
Questa confusione genera tutte quelle situazioni di smarrimento che sono sotto i nostri occhi. Ciò che ci ha preoccupati, fin dall’inizio, è stato l’impegno, per noi educatori, di accorgerci, di capire, di aggiornarci, di proporre con metodo, equilibrio e sapienza. Al centro della nostra attenzione e impegno sempre i ragazzi (5-12 anni) non – assolutamente – l’io.

Dice un saggio proverbio d’Africa:
“Molto concime produce molti fiori e molte foglie, ma pochi o nessun frutto”.

Guardando al futuro prossimo, al nuovo anno, noi educatori abbiamo presente che l’Oratorio, il nostro Oratorio Anspi Spazio, è un osservatore preciso e permanente delle situazioni in cui vivono i nostri ragazzi, per cui sappiamo bene come sono le situazioni familiari, scolastiche, catechistiche-parrocchiali, e siamo consapevoli di come dovrebbero essere con i piccoli le relazioni veramente educative. Siamo consapevoli anche della inconsapevolezza di chi dovrebbe sapere, conoscere e sentirsi responsabile di soluzioni da affrontare insieme. Le porte, le nostre porte sono aperte. Siamo consapevoli che il sapere e il non fare, se non ciò che si è fatto o non fatto da sempre, diventa responsabilità grande.

A noi sta a CUORE:
la conoscenza, la formazione sinergica dei nostri piccoli. Nello spirito di Papa Giovanni Paolo II che così si espresse il 17 febbraio 1982 in partenza dalla Nigeria: “Io ti chiedo, bambino caro, di trasmettere questo messaggio ai tuoi fratelli e alle tue sorelle e ai bambini che verranno dopo di te: questo messaggio di amore; ti dico che tu, ed ogni altro bambino, siete amati da Dio, siete degni di amore”.
Salvatore Mercorillo

 

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