Voce di Spazio N° 4 dicembre 2019

È Natale!?

Dicembre è il mese più occupato dell’anno.
Ed è anche il mese più decisivo perché è il mese cerniera tra un anno “vecchio” che si chiude e un anno “nuovo” che si apre. È il mese dei consuntivi e dei preventivi. Non c’è “buco nero” tra i due anni che si scambiamo il “testimone” della corsa verso l’infinito della storia.
Non fa, non deve far paura il cambio.
Non c’è pericolo di silenzio o di buio o di sospensione.
Tutto è predisposto perché nemmeno un frammento di questi ultimi giorni dell’anno che se ne va e dei primi giorni dell’anno che arriva ci colga di sorpresa o non sia già programmato e “ripieno”.
Dicembre è Natale.
Dicembre è Festa, anzi Grande Festa.
Con occhi da cristiani “veri”, vivi e presenti…, la Festa è Gesù Cristo che si fa uno di noi perché ognuno di noi – che si lascia amare – diventi come Lui.
Con occhi, cervello, coscienza e “verità” pagane, la Grande festa – chiamata anche “Natale” – è una grossa esplorazione tra i riti di gastronomia festaiola casereccia allo “zampone e lenticchie” o al “cappone” o al “capitone”. Le radici di questo tipo di Natale affondano, naturalmente, nella cultura cristiana.
Ma di cristiano, ovviamente, è rimasto solo il nome “Natale” che va traducendosi semplicemente in “FESTA”.
Festa da pancia, appunto.
Ma non solo; costatando che l’uomo ha sempre più esigenze da soddisfare, altri vuoti da riempire.
Anche l’occhio – si dice – vuole la sua parte.
Ed ecco accontentato: basta sbirciare tra guardaroba e atelier per trovarsi nell’imbarazzo della scelta: corto o lungo, austero o di lusso, in smoking e gemelli o in papillon e cardigan, in pelliccia e stola di visone o in vera pelle e borsellino, scarpe con puntale a norma DIN o western con punta quadrata made in CINA… capelli a trash o a stoppa o coda…
Ma anche tutto il resto del corpo, per la Grande Festa, sarà tirato a lucido con tutti i ritocchi e le messe a punto necessarie per una discreta comparsa…
Questi sono i dilemmi per la Grande Festa!
Risolvibili solo in misura della grandezza della cifra in conto corrente.
E poi… a Natale si brinda, come a mezzanotte di fine anno!
Dimenticavo.
Ci sono anche i regali, per la Grande Festa!
Desidero invitarti, ora, a inforcare un altro paio di occhiali… e guardare Dicembre come alla Grande Festa cristiana: Gesù sceso tra noi umani per salvarci.
Le porte del cielo sono aperte. È la grande Pace per la fratellanza umana che… purtroppo, ancora, noi creature umane, non riusciamo o non vogliamo capire e scegliere e vivere e far vivere e dare testimonianza a tutti i piccoli uomini sempre più soli e disorientati.
Il Natale, allora, visto con occhi limpidi, aperti e grandi come quelli del gufo, ha il sapore del mistero non opacizzato da troppe luci, da troppe “sagre”, da troppe rappresentazioni teatrali… da troppa commedia.
Ma il Natale che porta con sé la gioia profonda della festa del cuore salvato e riconciliato.

Auguri, di cuore a tutti voi
con “occhi di gufo”

E attenti ai vostri passi sbagliati dietro le chiassose apparenze, dietro gli “scrusci” senza spirito e senza il profumo del Natale “vero”.
E Buon Anno nuovo 2020.

Salvatore Mercorillo

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