Voce di Spazio n° 4 Dicembre – Gennaio 2012

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Ci siamo accorti?

Dobbiamo prendere atto e coscienza, tutti, che la nostra società attuale è già avvolta da un crepuscolo che lascia presagire una notte senza stelle.
Segnata da diffusa secolarizzazione, da selvaggia globalizzazione, da un forte ma, spesso, arrogante sviluppo scientifico e tecnologico, da una positiva coscientizzazione dei diritti umani spesso soggettivizzati, da modi di vivere multiculturali, pluralisti,personalisti, qualunquisti.

Quale progetto educativo?

Spazio fin dall’inizio della sua comparsa sulla scena del mondo giovani, si è posto subito la domanda: quale uomo/donna intendiamo promuovere? A quale modello fare riferimento e in quale direzione orientare tutto il progetto educativo?
Quale strategia seguire su quale percorso dare senso e fondamento per costruire un’esistenza meno precaria e meno soggetta alle variabilità culturali, sociali ed esistenziali?
Così siamo partiti dai temi fondamentali e generatori:
– quale modello di uomo?
– processo di liberazione dell’uomo;
– processo di liberazione della cultura;
e ci siamo accorti di essere sfociati in un itinerario incentrato in queste aree:
– cammino verso Cristo Gesù Signore della Vita;
– accoglienza del senso della vita racchiuso nella rivelazione della Parola;
– stile di vita per un uomo credente con tre coordinate-pilota molto precise ed esigenti:
– “SI” alla Vita – “SI” alla Parola
– “SI” alla Fede

Questa struttura ci ha permesso di avere idee più chiare e di cogliere con entusiasmo la profondità e la prospettiva di speranza di quei processi quotidiani di educazione e di educazione alla fede che venivano realizzandosi.
I risultati acquisiti a noi educatori davano sicurezza, tranquillità, con un ampio respiro di pazienza, di ottimismo, di fiducia. Ci rendevamo sempre più consapevoli che Dio era già all’opera (prima di qualsiasi intervento educativo umano) nella vita di ciascun adolescente. Questo ci liberava dall’ansia degli obiettivi da inventare a ogni stagione, ad ogni nuovo documento ufficiale, ad ogni capovolgimento culturale; ci liberava anche dall’ansia degli obiettivi da raggiungere e da esibire a tutti i costi (anche a costo di inventare). Eravamo consapevoli, così,che il cammino educativo non si sarebbe mai esaurito anche se ci sembrava ragionevole porre ad ogni proposta limiti di tempo e di aspettative. Non avremmo mai potuto dire: “Siamo arrivati! Abbiamo raggiunto la vetta!” Eravamo e siamo consapevoli che il lavoro educativo di ogni giorno esprime la fatica e la certezza di quel cammino che avevamo sognato insieme e che si veniva realizzando nel misterioso intreccio tra la nostra azione umana, la collaborazione degli adolescenti e, soprattutto, la grazia di Dio che attraversava il cuore degli educatori e quello degli educandi. Era ed è un cammino reale, un cambiamento vero delle persone e dell’ambiente attorno a noi. Ogni giorno eravamo e siamo legittimati a far festa e a regalarci qualche sosta per celebrare e contemplare il cammino fatto insieme in direzione della meta già realizzata, ma non certo definitivamente e completamente raggiunta.

E ora?
Ora, non basta più la memoria storica. Anche se il fine, gli obiettivi, i mezzi possono sembrare validi, è la strategia e la consapevolezza che devono essere disossidate, aggiornate, riportate a lucido e ripresentate con testimoniante creatività, fantasia, umiltà… da parte di tutti: educatori e genitori.
Sogniamo di sintonizzarci anche con i docenti e i sacerdoti, anche se sembra utopia.
Ma a chi ci ha creati con capacità infinitamente rinnovabili è tutto possibile.

P.S. Ecco, dunque, perché l’insistenza di certe iniziative all’oratorio: es. incontro mensile con i genitori su questi problemi di emergenza educativa/educatori. Ecco perché la presenza documentale di rubriche che possono servire a informarci sull’evoluzione culturale attuale:
– in SASSI: Narcisismo adulto
– in CORSIVO: Debolezza educativa
– in NODI: Regole in famiglia
Auguro buona lettura a tutti e ricordo gli incontri-confronti per genitori ed educatori (anche se non ci sono riferimenti educativi con l’oratorio; o anche solo per… curiosità, ma venite, venite, venite!!! (uniti, oggi, è possibile educare meglio).
Salvatore Mercorillo

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