Voce di Spazio n 5 Novembre 2016

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Editoriale
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Le tentazioni della creatura umana
sono sempre più moderne

Se non ci dimentichiamo che siamo fatti per “l’oltre la terra” possiamo
ancora diventare o ri-diventare saggi e costruttori di pace e di amore e di
armonia sempre e per sempre e dappertutto.
Questo mese di novembre ci ricorda tutti i Santi e tutti i morti che ci
hanno preceduti. “Memento mori” (ricordati che devi morire), dovrebbe
essere il “braccialetto rosso” che ogni giorno potrebbe modellarci nella
bontà, nella mitezza, nella fede e nella speranza che ci spinge a vedere
oltre la punta del nostro naso. Il nostro sguardo della mente, del cuore,
delle emozioni, dovrebbe vedere che cosa siamo, cosa succede attorno a
noi – a cerchi concentrici allargati all’infinito – .
La nostra storia non è solo quella personale, domestica, di condominio…
ma mondiale.
I tempi che viviamo e in cui viviamo ci appartengono. Ci interessano,
ci devono coinvolgere.
Allora – ed è sempre troppo tardi – siamo spinti ad aggiustare lo
sguardo e gli interessi.
“I Care” (mi interessa) è una icona che campeggia nel nostro Oratorio.
Non è un abbellimento di una parete. Non può, non deve dirti il nulla. Perché,
allora, tu sei nulla, vali nulla, vuoi essere nulla per te e per il mondo
che si agita, soffre, passa accanto a te. Il nulla è chi vive e vegeta con e
per il nulla. Il nulla è la traiettoria della violenza, del suicidio.
Nelle rubriche (vedi: Nodi, Sassi, Valori…) abbiamo solo accennato a
situazioni personali, familiari, ecclesiali, civili e umane… pericolose.
Ci ripromettiamo di riesumare altre situazioni che con il progresso tecnologico-
scientifico si aggiornano e continuano a sorpassare la capacità di
comprensione da parte di moltissimi adolescenti, giovani e adulti educatori
e responsabili.
Mi riferisco al dominio prepotente e invasivo del “Fai-da-te” che crea
sempre più preoccupanti società di asociali. La tecnica, infatti, abbassa
sempre più le relazioni… con gli occhi fissi sullo schermo, paradossi di una
tecnologia che ci sta cambiando e ci fa diventare più vicini ai lontani e più
lontani e sconosciuti in casa.
Ci siamo capiti? Ho parlato di mezzi di contatti solo con il mondo virtuale,
fuori della realtà: senza amici, malati di solitudine.
I problemi sono sempre più gravi e distruttivi. Gli strumenti di “collegamento”
potrebbero diventare preziosi e utili alla vera crescita, se si seguissero
le solite elementari indicazioni-educative:
– chi deve spiegare, conosca bene il “pezzo” e lo sappia spiegare in
modo ordinato e comprensibile (genitori – docenti – pastori – responsabili
di sport, associazioni, ritrovi di laboratori…) ;
– chi deve educare, non faccia più finta di non sapere o di sapere sbagliato,
di non sentirsi responsabile…
Per finire (?!) butto giù una provocazione: la variegata, digitalizzata,
virtualizzata, globalizzata società attuale pare non si renda conto di questo
pauroso naufragio dei rapporti umani, piccoli e grandi, laici e religiosi,…
quando è assente il mondo trascendente e interiore!
Salvatore Mercorillo

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