
Edificio
Originariamente l’oratorio indicava un piccolo edificio adiacente a conventi o abitazioni patrizie in cui si riunivano piccoli gruppi per pregare o per celebrare riti liturgici regolati da permessi ecclesiastici. La consuetudine di questi edifici speciali risale alla fine del 1100 d.C. Il più antico oratorio sembra sia quello di Santa Maria in Cosmedin in Ravenna. Altri oratori famosi che si ricordano sono: dei Quaranta Martiri a Roma, di San Giorgio a Padova, di San Bernardino a Perugia, del Crocefisso e di Santa Lucia a Roma, di San Lorenzo a Palermo e dei Filippini al Borromini di Roma.
Poema drammatico
Il termine oratorio designava pure un poema drammatico, non liturgico, anche se di soggetto sacro, eseguito da solisti, coro e orchestra senza scenografia. In seguito il termine oratorio indicava anche rappresentazioni teatrali di argomenti religiosi. Fu su questo genere espressivo-musicale che S. Filippo Neri era solito organizzare serate, servendosi anche di compositori di prestigio come Scarlatti, Händel, Mozart. Su questa tradizione musicale si inserirà, in tempi più recenti, Perosi, Stravinskij e Milhaud.
Congregazione
Il termine oratorio designa anche una congregazione di preti secolari fondata da S. Filippo Neri a Roma (1554) e poi introdotta in Francia per opera del Cardinale Berulle (1611).
Filippo Neri trasmise, con questa Congregazione (detta, poi, dei filippini), un metodo educativo ricco di geniali intuizioni pedagogiche e psicologiche. Da queste iniziali intuizioni e realizzazioni di San Filippo Neri cominciarono a nascere varie concretizzazioni storiche differenziate ma che riconducono tutte all’unico denominatore comune dell’istruzione e della formazione religiosa dei fanciulli, degli adolescenti e dei giovani. Nel contesto delle scuole della Dottrina Cristiana di Castellino da Castello (1566), rese obbligatorie da San Carlo Borromeo (1584), e delle attività pastorali di San Filippo Neri, comincia a delinearsi una progressiva cultura di pastorale giovanile in gran parte da esplorare. Sarà il cardinale Federico Borromeo (1631) a istituzionalizzare l’istruzione negli oratori con una rivoluzionaria innovazione pastorale di corsi di formazione religiosa e potenziamento della formazione spirituale… fino all’assunzione di impegni di vita cristiana. È lo stesso cardinale Federico Borromeo a inventare e produrre sussidi formativi per preti e per giovani in servizio militare e a creare oratori riservati ai giovani delle famiglie mercantili più facoltose. Il Borromeo promuove, per i giovani, il teatro popolare. Sono proprio gli oratori del Borromeo a diffondersi, con opportuni adattamenti, in numerose parrocchie e Istituti religiosi dell’arcidiocesi di Milano ed anche altrove in forma anche di oratori di massa. Verso il 1891 sorgono e si diffondono come oratori festivi Les Oeuvres de Jeunesse con attenzione particolare alla istruzione e formazione cristiana, mentre negli oratori quotidiani l’istruzione cristiana va di pari passo con la promozione umana, culturale e professionale[1].
Principi e obiettivi fondamentali dei Fondatori
- S. Filippo Neri (1554), creò gli oratori “per avvicinare i giovani e gli adulti lontani dalla pratica della vita cristiana”, con momenti di svago, di canto e passeggiate.
- S. Ignazio di Loyola e i compagni Fabro e Lainez negli oratori del 1537 “comenzaron a enseñar la dottrina cristiana a los niños”. Non solo dottrina cristiana insegnarono, ma anche l’istruzione letteraria per una migliore comprensione della stessa dottrina.
- S. Giuseppe Calasanzio (Roma 1592) dedica la sua attenzione ai fanciulli poveri e abbandonati raccogliendoli ed educandoli in oratori detti Scuole pie.
- Con S. Carlo Borromeo (Milano 1584) questi oratori informali si chiameranno “scuole della dottrina cristiana”. Nell’evoluzione culturale dei secoli seguenti, però, accadrà l’integrazione graduale di queste scuole con attività care ai ragazzi: gioco, vita di gruppo, servizio di solidarietà con i compagni.
- L’oratorio troverà in San Giovanni Bosco la sua più completa realizzazione nelle sue varie espressioni di vita giovanile (educativa, religiosa, ricreativa e sociale). Lo stile educativo e la prassi pastorale di don Bosco, ispirati al dialogo e alla formazione globale, diventano prototipo e simbolo della vita e della realtà oratoriana che, come abbiamo cercato di capire, affonda le sue radici in trecento anni di evoluzione e di molteplici iniziative.
Questa energia evolutiva dell’oratorio, tuttavia, non si è fermata. Lungo la traccia storica la realtà oratoriana ha segnato tappe significative, fasi di abbandono e fasi di cambio.
Don Bosco enucleerà nel metodo preventivo e strutturerà in pratico e praticabile progetto educativo tutte queste importanti componenti che fanno dell’oratorio uno spazio privilegiato di accoglienza, di pastorale e di formazione globale educativa dei ragazzi e dei giovani che, “nella sua tipica popolarità crea una tensione dinamica tra dimensione personale e comunitaria, e attraverso una ben dosata azione pedagogico-pastorale ne sostiene la crescita globale” [2].
[1] Dati desunti da “La nuova enciclopedia” SELENIA, European BOOK, Milano 1988.
[2] L. COLOSI, Oratorio, in: Dizionario di Catechetica, (Università Pontificia Salesiana), Elle Di Ci, Torino, 1986, pgg. 470-471.
don Salvatore Mercorillo, è ora…torio!, capire il presente, progettare il futuro, aprirsi all’infinito, Ed. Elledici