Traccia di riflessione per l'incontro genitori in oratorio Spazio – Ragusa 6/11/13
La rubrica “NODI” di Voce di Spazio presenta un contributo di don Salvatore Mercorillo quale strumento di riflessione in preparazione dell’incontro con tutti i genitori degli iscritti del prossimo 6 novembre 2013 alle ore 20,30 presso la sede dell’Oratorio Spazio di Ragusa.
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Uno dei mali della società moderna è l’assenteismo dei genitori nella vita dei figli
Famiglia (padre, madre, figli)
Chi l’ha vista?
E i figli, dove sono?
Dove vanno? Chi sono? Cosa fanno?
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Il nodo che voglio esaminare riguarda l’assenteismo della famiglia nella vita dei figli, meglio nei crocevia dei figli.
La scuola, la Chiesa, il gruppo, i luoghi d’incontro… segnano 0 – 2 come presenza dei genitori. È una media. In alcuni ambienti e in alcuni aspetti della vita dei figli, la presenza dei genitori segna rosso profondo, anzi nero. Perché presenza negativa. Se mettiamo allo scoperto questi panni sporchi è per correre ai ripari o per prendere coscienza.
Si! I figli, se non aiutati dai genitori non possono rifugiarsi all’infinito dietro la frustrazione e divenire, così, più colpevoli dei propri genitori nel “delinquere” un proprio personale preciso dovere di crescita. Dio ha dato a ciascuno la “grazia” sufficiente per capire di incominciare a crescere.
Come al solito, incomincio con la descrizione e definizione del “nodo”.
E’ un vecchio “nodo”. Ne ho già accennato in altri nodi di “Voce”. Comincio da una telefonata con una mamma “moderna”.
La figlia giovanissima ha un “ragazzino” di cui è “cotta”. La mamma “moderna” lo sa. Ma è moderna e, quindi, capisce che è normale che una ragazzina a 13 anni possa avere il suo “primo grande amore”. La capisce e l’accetta. Naturalmente, la nostra Lolita, in queste faccende di cuore affaccendata, non ha più tempo di frequentare “bene” un gruppo per crescere. Lei è già “cresciuta”.
Era la prima giornata di ritiro a Donnafugata. Ma “lei” non c’era. “Stava male”, assicura la mamma per telefono. Possiamo anche credere che le cose stessero così! Dato però l’annoso ripetersi di questi “malanni”, ci siamo voluti sincerare contattando la mamma, anche per aggiornarci su tutta la situazione cardiopatologica della figlia.
Situazione, non unica né la prima e neppure l’ultima.
Cari Genitori
Genitori di questi ragazzi, di questi tempi. Ci si lamenta di voi anzitutto e da più parti, perché siete assenti nella vita dei vostri figli. Non voglio parlare, qui, del vostro assenteismo dalla scuola che è sempre più sfacciato e sempre più grave. Del resto la scuola vi fa l’onore di scegliervi come rappresentanti nei consigli di classe, ma non ha saputo definire la vostra presenza che, spesso, è più sopportata che capita e significata; e non vi ha offerto nessun mezzo perché la vostra rappresentanza sia efficace.
Voglio parlare dei “miei”, cari genitori. Miei per la paternità o, meglio, la responsabilità che volentieri mi sono assunto con i vostri figli, che sono, per un altro senso, anche miei.
Non vi tengo e non vi voglio lontani dal Centro. Non vi voglio pensare estranei, sconosciuti.
Vi desidero vicini. Quello che voglio realizzare con i vostri figli è troppo importante, è troppo bello, è troppo impegnativo, per me e per i vostri figli, perché voi vi possiate permettere di non tenervi vicini e solidali e complici.
La sede Spazio, per voi, è sempre aperta. Ma in modo speciale è aperta il 1° mercoledì di ogni mese.
L’indifferenza non è di casa né nella mia vita personale né nella proposta educativa di Spazio. Non sarei onesto se vi dicessi che la proposta è indifferente, da tempo libero; una proposta come un’altra.
Sarei disonesto se proponessi l’esperienza educativa di Spazio come metodo per accalappiare i ragazzi. La vita, la fede non ci chiedono mezze risposte. Allora ai ragazzi bisogna fare la proposta seria, com’è seria la vita, com’è serio il Vangelo di Gesù. Ma come può essere accettata dai vostri figli questa proposta se voi, per primi, non la conoscete, siete indifferenti, forse anche ironici o scettici? I ragazzi di oggi hanno occhi per vedere e capire se gli adulti sono bravi a dire “armiamoci e partite”. Sono troppe le difficoltà e le attrattive perché questi ragazzi ce la facciano, da soli, a saper scegliere, a sapersi orientare, a maturare e diventare responsabili.
I suicidi, la violenza, la droga, la malavita sono segni di questi disagi interiori che incominciano dalla famiglia.
E’ ora di scuotersi da un certo torpore. Penso alla telefonata citata all’inizio, ma ne sono seguite altre, mentre riflettevo che cosa scrivere a voi genitori e a voi ragazzi. Mi dispenso dal raccontarle perché dovrei confermare molte volte come esiste un comportamento acritico di tanti genitori verso i figli. Non sanno più distinguere ciò che aiuta a crescere da ciò che invece tarpa le ali e svilisce l’esistere di questi ragazzi ridotti a consumo materialistico.
Ci vuole ben altro per far felice una vita!
Cari ragazzi
Che non siete nelle favole ma esistete a Ragusa. Vi siete iscritti a Spazio ma spesso “salate” la frequenza per diversi motivi riducibili, il più delle volte, a pigrizia, indifferenza, inabilità a saper scegliere. Reagite con tutte le vostre forze a questo lasciarvi condurre dagli altri, dagli istinti, dalla mentalità.
Fosse anche la vostra famiglia a non offrirvi il clima giusto per vivere con un senso e una virtù profonda, non rifugiatevi dietro il disagio come scusa all’abulità e al menefreghismo.
È più comodo e più immediatamente più gratificante lasciarsi andare alla deriva, alle scelte emozionali e immediate.
Ma poi resta il vuoto. Il vuoto non riempie mai un altro vuoto. Ma non avete occhi per accorgervi cosa funziona o non funziona attorno a voi?
Il gruppo, che avete scelto liberamente, è un luogo e un’occasione per non chiudervi e isolarvi nell’individualismo, egoista. Siate fedeli alla parola data.
Rifiutate la mentalità consumistica, materialista, ateizzante, permissiva.
Questa mentalità è il cancro della società. Voi giovani non siete, non dovete essere il cancro, ma la speranza!
Siamo andati molto lontani! Siamo partiti dal nodo “assenteismo” dei genitori e dei ragazzi… a Spazio, ma da tutti i punti nodali della vita personale e sociale e siamo decollati verso gli spazi luminosi di un futuro di speranza.
Ma era anche logico andare lontano. Nella pianta la più piccola radichetta (=barba) anche se lontanissima dal tronco… è sempre legata, collegata al tronco.
Anzi, se assorbe linfa aiuta il tronco e tutto l’albero a restare vivo e portare frutti.
Ogni “nodo” è come una radichetta malata. Se curata e guarisce, gode tutta la persona, il gruppo, la famiglia, la società.
Ci vuole pazienza nel saper scoprire, accettare e risolvere le difficoltà.
Ci vuole umiltà nel saper riconoscere i propri limiti e farsi aiutare.
Sempre, comunque, deve sorreggerci e attirarci l’ideale. Più forte e più grande è l’ideale, più superabili e sublimabili sono le difficoltà.
Se poi c’è la fede, si può anche volare verso la verità e la libertà.
Coraggio, dunque, e avanti sempre nel nome del Signore.
Salvatore Mercorillo
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