
1. Senza l’ossessione del controllo
- Se un genitore è ossessionato di sapere dove si trova suo figlio e controllare tutti i suoi movimenti, cercherà solo di dominare il suo spazio.
- In questo modo non lo educherà, non lo rafforzerà, non lo preparerà ad affrontare le sfide della vita.
- Sì all’educazione sessuale. Ma prima dovremmo chiederci, e darci e avere risposte, se le nostre istituzioni educative hanno assunto questa sfida. È difficile pensare l’educazione sessuale in un’epoca in cui si tende a banalizzare e impoverire la sessualità.
- Si potrebbe intendere solo nel quadro di una educazione all’amore, alla reciproca donazione.
2. In un percorso di collaborazione
- Tra il governo, forze politiche, con le organizzazioni ecclesiali impegnate nella formazione umano-spirituale dinamico-progressiva-preventiva;
- Con le strutture e organizzazioni di recupero dalle dipendenze patologiche in atto da:
- droghe
- gioco d’azzardo
- tabagismo
- dipendenza comportamentale
- dipendenza virtuale informatica
3. “La mancanza di una delega politica è segno di distrazione da parte del governo”. Ma è segno di distrazione se la famiglia e la chiesa locale non investono senza riserve sull’educazione dei ragazzi. A cominciare dal garantire loro un’alta qualità di vita esemplare che ha forte incidenza per tutta la vita (n. 20).
- Tra la scuola e la famiglia: alleanza fortissima per educare i figli all’amore.
“L’impulso sessuale può essere coltivato in un percorso di conoscenza di sé e nello sviluppo di una capacità di dominio di sé, che possano aiutare a far emergere capacità preziose e di incontro amoroso” (n. 280).
Quindi:
- la sfida dell’uso e del consumo;
- l’essere umano, “fine” e non “mezzo” (Tommaso e Kant);
- amore e donazione: un comunicare che è comunicarsi;
- il dominio di sé per potersi donare;
- la sfida dell’educazione al matrimonio.
Ogni uomo è un educatore in ogni suo ruolo: marito, padre, madre, manager.
Il principio scatenante di ogni guerra è: mors tua vita mea…
in tutti i settori:
- sport,
- politica,
- relazioni sociali,
- in ufficio,
- in famiglia,
- in assemblea di condominio,
- allo stadio.
Manca l’etica[1] o il buon senso!
- Chi la/li detiene?
Spesso il dogmatismo. - Chi li dovrebbe insegnare?
La religione? No: non è l’unico fondamento dell’etica.
La vera strada sono i valori, da conoscere e vivere
per farli diventare etica.
Il male è l’ignoranza!
Dio ha detto tutto: valori, sapere, per essere, per valere e capace di dono buono, vivo e attivo… per tutti dappertutto.
Sac. Salvatore Mercorillo
[1] Voce di origine indoeuropea, forse collegata al sanscrito svadha: fare-porre.
Cicerone tradusse il termine in moralis = costumi; per la filosofia = regole del corretto agire.